Il Consiglio pastorale diocesano, esperienza di sinodalità
24 Agosto 2022
Il Consiglio pastorale diocesano, costituito nel gennaio 2020, si è trovato nei mesi immediatamente successivi a dover far fronte ad un periodo di “fermo”, dovuto all’insorgenza della pandemia. Non essendo possibile trovarsi in presenza, si sono proseguiti i lavori attraverso l’uso delle piattaforme digitali; queste hanno infatti consentito sia lo svolgimento degli incontri in plenaria, sia la prosecuzione della riflessione in 5 gruppi cui sono stati distribuiti i diversi capitoli dell’Istruzione “La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa”.
Questa modalità, si è rivelata un’opportunità reale sia per la conoscenza reciproca sia per approfondire, con tempi distesi e accompagnandosi con la preghiera le singole parti del documento assegnate. Si è trattato di un’esperienza di vera sinodalità, che si è via, via approfondita superando la “fisiologica” difficoltà di un inizio complicato. Si è avvertito un forte sentimento di partecipazione e condivisione all’interno dei gruppi e dall’affrontare insieme alcuni nodi si sono snodati fili che correndo trasversalmente ai temi, hanno fatto affiorare un “sentire” comune.
I gruppi hanno lavorato in tre fasi, dall’Ottobre del 2020 fino al maggio 2021, restituendo la sintesi della riflessione svolta, in ogni appuntamento delle riunioni plenarie.
Ogni fase era contrassegnata da una domanda-guida:
- “Quali processi di rinnovamento possiamo attivare, partendo da quello che è possibile, per andare passo dopo passo verso una sempre maggiore conversione missionaria delle nostre comunità parrocchiali?”
- “Una volta individuate alcune prospettive, quali risorse e strumenti abbiamo a disposizione?”
- “Alla luce del cammino intrapreso insieme durante questi ultimi mesi, quali sono le cose che potremmo iniziare a fare per un rilancio dell’azione missionaria della parrocchia”
Bilancio dell’esperienza
Si è trattato di un processo: ogni tappa, lancia le premesse per quella successiva con una progressiva crescita e rilancio di consapevolezza. Abbiamo potuto verificare più di una volta il crearsi di una specie di effetto “staffetta” tra idee: un’idea tracciata prima da un gruppo, si scopriva poi sviluppata da un altro, mentre un altro ancora ne aveva definito meglio l’ambito di azione, e in un altro gruppo se ne tentava già un’applicazione. In tutto questo è stato soprattutto l’ascolto della realtà con gli occhi dello Spirito che ha fatto la differenza. Più che ragionare in modo strettamente argomentativo si è spesso assistito alla costruzione di un processo che, a partire dalla realtà, prendeva poi forma in un insieme di idee che si concatenano fra sé. Abbiamo sperimentato che la sinodalità permette di avanzare progressivamente nella conoscenza dello Spirito. Acquisire perciò la sinodalità come stile e metodo ordinario di discernimento comunitario è un processo ineludibile e da affrettare per la costruzione di comunità aperte.