Il pregiudizio nutrimento della “divisione” fraterna
15 Novembre 2021
Si è celebrata il 13 novembre la seconda sessione del Sinodo diocesano dell’Arcidiocesi di Acerenza, durante la quale l’assemblea sinodale, insieme al vescovo Mons. Francesco Sirufo, si è interrogata sul significato dell’ascolto della Parola nella vita della comunità cristiana.
Dopo la condivisione delle sintesi parrocchiali dell’ascolto sulla tematica “Compagni di viaggio”, da cui è scaturita la necessità di riguadagnare la consapevolezza di un atteggiamento fraterno e simpatico verso tutti, come stile per l’evangelizzazione, due relatori hanno introdotto il momento del confronto assembleare sul tema “Parola, Celebrazione, parole”.
Il primo intervento è stato affidato al Dott. Vincenzo Corrado, direttore nazionale della CEI dell’Ufficio Comunicazioni Sociali, che ha aperto un focus sulla necessità di dare spessore alle nostre parole attraverso un discernimento dei segni, alla luce della Parola e del Magistero. Partendo da At 1,15 e 1Pt 3,15-16, brani proposti per affermare i riferimenti utili per una buona comunicazione, ha affermato: “Queste due citazioni valgono più di qualsiasi trattato di comunicazione. Innanzitutto ci restituiscono un impegno ben preciso che riguarda tutti e non solo alcuni: tutti siamo chiamati a comunicare, a dare ragione, a informare della speranza ricevuta e vissuta. Questo però richiede un raccordo ben preciso: tra ciò che si pensa, ciò che si comunica, ciò che si vive. Se manca questa circolarità, c’è tradimento. Il Papa, in occasione dell’apertura dei recenti Sinodi dei vescovi, ha più volte fatto appello all’audacia, al coraggio e alla parresia”.
Il secondo intervento è stato affidato a don Cesare Mariano, docente di Sacra Scrittura dell’Istituto Teologico di Basilicata, il quale, proponendo una lettura meditata di At 10 “Temi e metodi sinodali alla luce di At 10”, ha concluso dicendo: “Il Papa all’inizio del cammino sinodale ha indicato tre pericoli da evitare: formalismo, intellettualismo e immobilismo (Roma, 9 ott. 2021). È necessario collocarci nuovamente dinanzi al fatto cristiano nella sua verità originaria e semplice: Cristo presente in mezzo a noi con la potenza dello Spirito Santo per comunicarci la grazia di vivere e agire davanti a gloria del Padre come figli nel Figlio. Il Cristo è il Vivente, la Chiesa è una vita, la Chiesa è comunione sinodale in cammino con il Cristo per portare a tutti la salvezza sospinta dalla forza dello Spirito Santo”.
Dal dibattito assembleare sono emersi quattro ambiti di ascolto per il lavoro nelle comunità parrocchiali e un “ostacolo” alla comunione che rende difficile il camminare insieme: giovani, famiglia, associazionismo culturale e sacramenti, ambiti preferenziali dell’ascolto, e il “pregiudizio” causa della frammentazione e divisione “ecclesiale, sociale e intergenerazionale”.