Che Chiesa immagini?

Che Chiesa immagini?

22 Febbraio 2023

Con il primo incontro dell’edizione 2023 della Scuola della Parola, è iniziato a gennaio il secondo anno di ascolto del Cammino sinodale nella diocesi di Iglesias. Un cammino che condurrà in questa prima fase verso Pasqua per complessivi sei incontri, due per mese sino a marzo, nelle otto sedi (Iglesias, Fluminimaggiore, Carbonia, San Giovanni Suergiu, Sant’Antioco, Carloforte, Narcao e Giba) distribuite nelle quattro foranie in cui è articolata la diocesi sulcitana-ecclesiense.
La domanda che accompagna questa esperienza di riscoperta delle Scritture, e con essa di reciproco ascolto sinodale, è “che Chiesa immaginiamo”, come dovrebbe essere, come vorremmo che fosse per sentirla più “nostra” e “vicina”. Una riflessione che parte proprio dalle immagini presenti nella Lumen gentium, in cui sono messe in fila le immagini della Chiesa presenti nella Bibbia (ovile, podere, edificio, corpo, madre, Gerusalemme celeste). La Scuola della Parola diocesana ha coinvolto nell’equipe sinodale i biblisti che già operavano in diocesi e vuole essere una rilettura particolare della comunità diocesana dei Cantieri di Betania del secondo anno di ascolto, in particolare quelli dell’ospitalità e della casa, delle diaconie e della formazione spirituale, dedicati alle nostre esperienze ecclesiali e comunitarie. Concluso il percorso della Scuola della Parola, dopo Pasqua saranno poi attivati momenti di ascolto dedicati al mondo della scuola, del lavoro, del terzo settore, nella prospettiva del Cantiere della strada e del villaggio.
Ogni sede ha vissuto in maniera particolare questo momento sinodale: a seconda del numero dei partecipanti, dopo l’ascolto della Parola e la lectio che l’ha seguita, l’assemblea si è organizzata in piccoli gruppi dove più facile è stato ascoltare e parlare, in libertà e consapevolezza, rispondere alle domande predisposte dall’equipe in coerenza con le Scritture proposte.
Complessivamente, ogni giovedì si riuniscono in simultaneità oltre trecento persone. A parte la rilevanza del numero dei presenti, un segno comunque di risveglio nella partecipazione dopo l’assopimento con la pandemia, davvero ciò che più era importante era riprendere l’esperienza dell’ascolto occhi negli occhi, ricevere un “grazie” per la possibilità offerta della libera espressione e dell’ascoltare, scoprire come l’ascolto sinodale stia nascendo come metodo, meglio ancora come stile, con cui vivere le nostre esperienze in parrocchia, nelle comunità, in famiglia.

Giampaolo Atzei