Comunità: “Casa di Betania aperta a tutti”
30 Novembre 2022
In questo anno pastorale 2022-2023 il cammino sinodale della Chiesa italiana prosegue con un secondo anno dedicato all’ascolto, un tempo in cui continuare a prestare orecchio a “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” (cfr. Ap 2-3). Per creare spazi di ascolto, ispirati dall’icona evangelica di Gesù con Marta e Maria nella casa di Betania, narrata del Vangelo di Luca (Lc 10,38-42), saranno aperti, quelli che sono stati definiti i cantieri di Betania, una suggestiva immagine che richiama un lavoro che duri nel tempo e non sia tanto organizzazione di eventi, ma la creazione di percorsi di ascolto ed esperienze di sinodalità vissuta, che serviranno come trampolino di lancio per un fecondo cammino successivo.
Alle singole diocesi è offerta la possibilità di poter aprire un cantiere proprio, alla luce del cammino sinodale dello scorso anno pastorale. Da una lettura attenta della nostra sintesi sinodale dello scorso anno, è emerso un senso debole di comunità. Se da un lato la comunità è avvertita come realtà importante, dall’altro emerge una non piena consapevolezza di essere Chiesa, per cui si fa fatica a sentirsi coinvolti e lasciarsi coinvolgere da protagonisti nell’esercizio del sacerdozio battesimale, spesso si preferisce vivere da utenti la vita parrocchiale.
Alla luce di questo dato che non può essere trascurato, insieme all’Equipe sinodale diocesana, abbiamo pensato di aprire per la nostra diocesi il cantiere della Comunità: COMUNITÀ: “Casa di Betania aperta a tutti”.
La riflessione sul nostro essere comunità ecclesiale sarà il tema che accompagnerà il cammino di questo anno pastorale; innanzitutto, ci metteremo in ascolto del territorio sul quale viviamo, per capire come camminare insieme con tutti coloro che svolgono il loro compito a servizio del bene comune per il progresso umano, sociale e culturale della gente che abita la nostra terra. Avvieremo anche un ascolto “interno” alle nostre comunità parrocchiali, per fare il punto sull’esistenza e il funzionamento degli organismi di partecipazione, in vista di un coinvolgimento di tutti, perché nessuno si senta spettatore o utente, ma prenda coscienza della propria responsabilità di battezzato, chiamato a vivere la comunità ecclesiale come luogo di crescita nella fede, nel segno della Parola, della liturgia e della carità, in vista della testimonianza negli ambienti di vita. Raccogliendo le indicazioni di Papa Francesco per una Chiesa più ministeriale, proveremo, con l’aiuto degli Uffici della nostra Curia diocesana, ad avviare percorsi formativi per coloro che svolgono servizi nella comunità ecclesiale, per creare una mentalità ministeriale che possa aprire la strada ai ministeri del Lettorato, Accolitato e Catechista, che lo stesso Papa ha allargato anche alle donne.
È il tentativo di rifare il tessuto umano e cristiano delle nostre comunità, indebolito dall’esperienza del Covid, ma minato in modo più radicale dalla nostra cultura individualista, che spesso relega nel privato anche l’esperienza di fede e induce a una mentalità fai da te nel vissuto di fede. Con Papa Francesco, desidero ripetere a tutti: “Non lasciamoci rubare la comunità!” (EG 92).