Due proposte concrete per migliorare la comunicazione

Due proposte concrete per migliorare la comunicazione

29 Aprile 2024

Preparare l’omelia con l’aiuto dei laici e mettere a disposizione nelle celebrazioni delle preghiere pensate dai giovani. Sono queste due particolari esperienze nell’ambito della liturgia che la diocesi di Pinerolo sta attuando per dare concretezza al tema del linguaggio e della comunicazione. “In alcune parrocchie – racconta il referente, don Massimo Lovera – la preparazione dell’omelia avviene insieme con dei laici. Questo permette di cogliere, alla luce della Parola di Dio, diverse sensibilità e vari modi di vedere e consente al presbitero di leggere e interpretare la realtà del mondo odierno con gli occhi di chi la vive ogni giorno, predicando non ‘dai tetti in su’, ma calandosi nel vissuto della gente”. A questo si affianca l’iniziativa, a livello diocesano, dell’Ufficio di pastorale giovanile che propone delle preghiere pensate dai giovani per i giovani. “Partendo dalla Parola di Dio, commentata solitamente dal Vescovo – fa sapere il referente – viene usato il linguaggio dell’arte, della musica, dei social e sono utilizzati alcuni segni che mettono in moto simultaneamente la mente, il cuore e la corporeità, facendo sì che i giovani siano coinvolti dalla liturgia, ne siano partecipi e possano gustare la preghiera come relazione profonda con Dio, che tocca la loro vita”.
La diocesi, poi, ha scelto di focalizzare la sua attenzione anche sul tema della missione. “Ci si è interrogati – spiega don Lovera – sul tipo di stile di prossimità che si vive nelle nostre comunità parrocchiali, chiedendo ai consigli pastorali delle parrocchie e alle varie realtà ecclesiali di incontrarsi per provare a rispondere ad alcune domande emerse nella fase narrativa, quali ‘La Chiesa è distante dalla vita reale della gente?’, ‘Le nostre comunità cristiane sono chiuse, autocentrate ed offrono una reale accoglienza?’, ‘Qual è lo stile delle nostre celebrazioni? Si respira un clima di accoglienza e di prossimità?’, ‘Che cosa possiamo fare per essere più accoglienti, soprattutto nei confronti di chi frequenta raramente o non frequenta proprio la Chiesa?’”. Mentre si sta portando avanti questo lavoro nelle parrocchie, aggiunge il referente, “si sta continuando a dare particolare attenzione all’accoglienza prima e dopo la celebrazione eucaristica, curando le relazioni e attuando ‘pratiche conviviali’ (ad esempio, il ricordo dei compleanni di ogni mese, la distribuzione di un dolcetto, prendere il caffè o un aperitivo insieme, consegnare il foglietto della domenica commentando insieme gli appuntamenti della settimana, salutarsi vicendevolmente, riflettendo insieme sui contenuti delle letture e dell’omelia, consegnare in occasione di qualche festività un biglietto con gli auguri o una frase significativa)”.
Infine, a livello diocesano, per incentivare lo stile missionario della prossimità, sono state realizzate due iniziative culturali e pastorali: in primo luogo, “una serie di incontri organizzati insieme con la Chiesa Valdese, frutto del cantiere dell’Ecumenismo dello scorso anno, per essere una vera Chiesa in uscita che, all’insegna del dialogo fraterno, si mette in ascolto dei non credenti”. Inoltre, sono stati organizzati “tre incontri sulle tematiche emerse dalle fasi dell’ascolto e della narrazione, intitolati ‘Provocazioni dal Sinodo. Incontri di riflessione, per credenti e non credenti, a partire dalle domande irrisolte’: l’importanza della figura della donna e il contributo che possono dare nella Chiesa; Chiesa e omosessualità; il cambiamento della Chiesa”.