Gruppi sinodali in carcere
8 Febbraio 2022
Don Enzo Zannoni, cappellano della Casa circondariale di Forlì, dopo aver ascoltato le linee guida proposte dalla Diocesi l’11 gennaio, ha ritenuto importante costituire subito, mercoledì 12 gennaio, il primo gruppo con i detenuti che ogni mercoledì partecipano alle sue catechesi; a questo incontro ne è seguito un altro, il 18.
Lo schema è uguale per entrambi i gruppi, che coinvolgono ciascuno una decina di detenuti: dopo la preghiera iniziale e la lettura di un brano del Nuovo Testamento, la domanda “Cosa vuol dire camminare insieme”, a cui fanno seguito gli interrogativi su chi siano i nostri compagni di viaggio e come siamo corresponsabili della missione della Chiesa.
Don Enzo ha constatato con soddisfazione che tutti hanno parlato. Il racconto delle esperienze, in molti casi, ha un punto comune: la presenza di un sacerdote che, nella giovinezza, ha rappresentato per loro accoglienza e fraternità. “Vivevo la comunità e ne ero felice … poi mi sono perso”: parole ricorrenti e constatazione che spesso i preti, al momento attuale, non hanno la medesima attenzione verso i giovani.
L’intervento di un uomo di fede musulmana è stato particolarmente significativo: “Mi piace venire a messa, perché mi sento coinvolto dentro una comunità di cui anch’io mi sento parte, a differenza di quanto accade nella preghiera islamica, in cui ognuno è solo davanti a Dio”. Una provocazione positiva: lo straniero vede ciò che noi diamo per scontato. Poi l’esperienza di due atei e dell’uomo ebreo che vede la Chiesa, corpo di Cristo, dilaniata nelle sue membra. Momenti intensi, con i racconti della vita trascorsa, le riflessioni su quanto condiviso e il pensiero alle prospettive future nella consapevolezza che il camminare “insieme” è l’unica strada possibile.
Pubblicato sul settimanale diocesano “Il Momento” del 27 gennaio 2022