Mons. Corazza: «Lasciamoci sorprendere da Dio. “Ecco, faccio nuove tutte le cose”».
18 Gennaio 2022
L’incontro, animato dall’Equipe Diocesana al servizio del cammino sinodale in comunione con il Vescovo, si è svolto l’11 gennaio a Forlì nella Chiesa di Coriano. Un centinaio i presenti fisicamente negli ampi spazi della chiesa, ed oltre duecento le case e parrocchie collegate on-line.
Questa la scaletta dell’incontro:
- PREGHIERA con ascolto della Parola (Luca 7, 18-23) e invocazione sinodale allo Spirito Santo
- INTRODUZIONE del Vescovo Mons. Livio Corazza: la Parola ci illumina sugli obiettivi e lo stile del percorso sinodale.
- I 10 AMBITI TEMATICI: concretizzazione della domanda di fondo: breve significato di ogni ambito (illustrato da Suor Luisa Vecchi).
- I GRUPPI SINODALI: chi, quando, dove, come, cosa. Gli strumenti a disposizione: schede diocesane, il “vademecum dell’animatore del Gruppo Sinodale”, il sito diocesano, l’équipe diocesana (illustrato da Ugo Mazzetti).
- Le REGOLE D’ORO per l’animazione del gruppo, il metodo di lavoro coi TRE PASSI (illustrato da Riccardo Ricci).
- Il MODULO WEB per la restituzione dei contributi (illustrato da Antonietta Orioli).
- L’EQUIPE DIOCESANA ed i REFERENTI per ogni vicariato (presentati dal Vicario Generale don Enrico Casadei Garofani)
- E’ seguito un ampio e animato spazio per domande dei presenti o via chat di chi era collegato.
- L’incontro è terminato alle 22.30 con le puntualizzazioni finali del Vicario e del Vescovo, con l’augurio e la benedizione sul cammino intrapreso.
Tutti i membri dell’Equipe diocesana hanno ampiamente contribuito ad elaborare i contenuti ed i materiali audiovisivi di supporto, usufruendo anche del materiale predisposto dalla segreteria nazionale.
Introduzione di mons. Corazza: «Lasciamoci sorprendere da Dio. “Ecco, faccio nuove tutte le cose”».
Cari fedeli, suggerisco alcuni atteggiamenti a voi che vi rendete disponibili ad animare e curare gli incontri sinodali: lasciamoci sorprendere dal Signore; i dialoghi dei gruppi hanno lo scopo di convertirci come singoli e come comunità; il Signore vuole fare nuove tutte le cose.
La prima parola è: sorpresa! Sottolineo tre episodi di sorpresa dello Spirito nei vangeli dell’infanzia.
Primo. Giovanni manda a dire a Gesù: ”Sei tu colui che deve venire, o dobbiamo aspettarne un altro?”. Giovanni, aveva predicato un Messia un po’ diverso da quello proposto da Gesù. Si trova in carcere e l’interrogativo di drammatico, se ci pensiamo.
Secondo. Nel vangelo di Giovanni, si dice che Giovanni Battista vede venire Gesù, in fila con i peccatori, ed esclama: “Io non lo conoscevo”. Ma erano cugini, come può dire che non lo conosceva? Giovanni è il figlio di Elisabetta, zia di Gesù! Cosa intende Giovanni, dicendo che non lo conosceva? Non lo conosceva come Agnello di Dio. Giovanni Battista ammette di non conoscerlo, riconosce la sorpresa.
Terzo. C’è un terzo episodio di sorpresa e ce lo offre la mamma di Giovanni Battista, Elisabetta, al momento della scelta del nome. Gli chiedono quale nome volesse per il figlio. “Giovanni!”, risponde perentoria. Ma Elisabetta – le fanno notare – cosa dici: Giovanni? Non è possibile, non c’è nessun antenato con questo nome! Si sceglie il nome di un familiare defunto, si è sempre fatto così! E allora perché me lo chiedete, se si è sempre fatto così? No, il suo nome è Giovanni: perché un dono di Dio!
Lasciamoci sorprendere dal Signore durante questo cammino sinodale. Se la Parola del Signore è data per scontata, non serve a niente. Lasciamoci sorprendere per lasciarci convertire. Il battesimo di conversione di Giovanni ricorda il nostro battesimo, da rinnovare continuamente.
La seconda parola è: conversione. Dai dialoghi, conversazioni, nei gruppi, nasca una vera conversione fraterna. Non una conversione esteriore, ma una conversione profonda, umanamente significativa. Dio ci spinge continuamente sulla strada della conversione e del cambiamento, se abbiamo il coraggio di non irrigidirci nei nostri schemi mentali e spirituali. Questo è in gioco, fratelli e sorelle, non facciamo questi incontri di gruppo per accontentare papa Francesco, ma per rispondere alle domande di fondo: Gesù è in mezzo a noi, sì o no? Dimostratelo! È la prima parte dell’interrogativo: quali segni di fraternità, di cammini fraterni, già ci sono? È bellissima la prima parte della domanda. Non partiamo da zero. Una conversione che parte dal già di Dio in vista di un non ancora da compiere. I segni della presenza di Dio sono premessa e promessa di un mondo nuovo e di una chiesa nuova.
La terza parola è: novità! Ecco, faccio nuove tutte le cose. Vi ricordate l’appello di Apocalisse 21,5? Fare nuove non solo alcune cose, ma tutte! A partire da noi. Niente e nessuno deve essere risparmiato dalla conversione e dall’azione dello Spirito che vuole fare nuove tutte le cose. Due passaggi di novità: dall’io a Dio e dall’io al noi. Dall’io a Dio. Al centro dei gruppi è Dio, non il tuo io. È decisivo che i gruppi sinodali si svolgano in un clima di preghiera: prima durante e dopo. Prepariamoci pregando. Propongo un’ora di adorazione eucaristica nei giorni precedenti ai gruppi sinodali. Le suore di vita contemplativa pregano per noi e con noi. Ci si prepara a rispondere alla domanda e alle domande, davanti all’eucaristia. Un clima di preghiera e di ascolto deve animare i nostri gruppi. Lasciamo parlare lo Spirito attraverso di ciascuno di noi. Gli altri sono venuti per ascoltare lo Spirito che parla attraverso le tue labbra. Non interessano le tue idee. Devi purificare le tue labbra e il tuo cuore. È lo Spirito che edifica e risana, non le nostre idee. Un cuore nuovo, una parola nuova. Non andate all’incontro come si va agli incontri di condominio, ai consigli di classe, alle assemblee scolastiche. O come si andava ai consigli pastorali. Perché non si andrà più ai consigli pastorali come prima. Saranno nuovi, rinnovati. Affronteremo le stesse cose con uno spirito nuovo.
Il Signore è in mezzo a noi, sì o no? Dall’io al noi. Una sola raccomandazione: non ascoltate coloro che vi dicono che hanno già la soluzione in tasca. O che diranno che non serve a niente, che basta rifare le stesse cose di una volta. Anzi, che per andare avanti bisogna andare indietro. Che ci vuole ben altro! Nessuno sa quello che emergerà da questi incontri. Le conclusioni non sono state già scritte! Certo, ci vorrà qualcosa di nuovo. Ma lo scopriremo insieme, sarà frutto di un cammino, di un percorso comune con lo Spirito e nella comunità. Inizia un cammino di conversione fraterna attraverso un dialogo fraterno. Lasciamoci sorprendere dallo Spirito che parla oggi alla sua chiesa, per fare nuove tutte le cose. Rinnovando la nostra fraternità per rinnovare la fraternità universale. Per noi e per tutti. Perché il Signore è venuto per tutti.