“Vieni Spirito Santo, illumina il nostro cammino”: l’omelia di mons. Perego per l’inizio del cammino sinodale
10 Novembre 2021
Cari fratelli e sorelle, cari confratelli, oggi siamo riuniti dall’Eucaristia per iniziare un cammino, un cammino sinodale: un cammino insieme, un cammino verso la stessa meta. Siamo pieni di Spirito Santo dal giorno di Pentecoste, quando – ci ricorda Lumen gentium 4 – “fu inviato lo Spirito Santo per santificare continuamente la Chiesa… E’ “lo Spirito che dà la vita, una sorgente di acqua zampillante fino alla vita eterna (cfr. Gv 4,14; 7,38-39)…”Lo Spirito dimora nella Chiesa e nei cuori dei fedeli come in un tempio (cfr. 1 Cor 3,16; 6,19) e in essi prega e rende testimonianza della loro condizione di figli di Dio per adozione (cfr. Gal 4,6; Rm 8,15-16 e 26). Egli introduce la Chiesa nella pienezza della verità (cfr. Gv 16,13), la unifica nella comunione e nel ministero, la provvede e dirige con diversi doni gerarchici e carismatici, la abbellisce dei suoi frutti (cfr. Ef 4,11-12; 1 Cor 12,4; Gal 5,22). Con la forza del Vangelo la fa ringiovanire, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione col suo Sposo. Poiché lo Spirito e la sposa dicono al Signore Gesù: «Vieni » (cfr. Ap 22,17)”. Questi passaggi del testo della costituzione dogmatica sulla Chiesa ci aiutano a comprendere le caratteristiche del cammino sinodale che stiamo per intraprendere. Lo Spirito santifica continuamente la Chiesa e dà la vita. Lo Spirito non è presente solo nel momento sinodale, ma accompagna la vita della Chiesa, “dimora nei nostri cuori”, rinnova la nostra vita. Nel cammino sinodale lo percepiamo ancora di più presente, prossimo: che ascolta con noi, decide con noi. E’ presente nei carismi che alimentano la vita della Chiesa, nelle forme di ministerialità, nella sofferenza che purifica, nella preghiera comune. Lo Spirito nel cammino sinodale non solo ci ricorda che con il Battesimo siamo figli, ma che partecipiamo alla costruzione e alla vita di questo popolo, di questa casa che è la Chiesa. In compagnia dello Spirito, e non in forza di maggioranze e minoranze, siamo introdotti nella pienezza della verità, siamo uniti nella comunione e nel ministero. E’ la forza dello Spirito che “ringiovanisce”, rigenera la Chiesa, quando questa si adagia, dimentica, perde la forza e il coraggio dell’annuncio e della testimonianza evangelica. Per questo oggi, nella preghiera, diciamo insieme allo Spirito: “Vieni”. Lo Spirito viene per rinnovare anche la nostra Chiesa di Ferrara-Comacchio, ricordando il monito di Papa Francesco, che è all’origine anche del cammino sinodale, in un passaggio molto chiaro dell’ Evangelii Gaudium: “preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti” (E.G. 49). Lo Spirito non chiude, ma apre. Lo Spirito non rinchiude ma invia. Lo Spirito non appesantisce, ma libera. Lo Spirito non distribuisce potere – era l’illusione dei figli di Zebedeo, come abbiamo ascoltato dalla pagina evangelica di Marco -, ma abitua al servizio, a condividere le debolezze e le sofferenze – come Gesù il Sommo Sacerdote della lettera agli Ebrei e il Figlio dell’uomo della pagina evangelica. Lo stile sinodale, pertanto, non sarà quello di intavolare discorsi, progetti, costruire consensi, ma è quello del convenire e del camminare, dell’andare: lo stile eucaristico. Il convenire avrà il suo momento fondamentale, dopo questa Eucaristia, in ogni gruppo sinodale: per raccontarsi, per confrontarsi, per discernere, per consigliarsi, per proporre. “Dal basso, dal basso, dal basso”, ha ripetuto Papa Francesco al Consiglio dell’Azione Cattolica, il 30 aprile scorso. Il camminare insieme avrà il suo momento fondamentale nell’Assemblea sinodale, nell’anno giubilare, e nel ritorno a casa per costruire insieme una Chiesa rinnovata. Come Gesù dopo il Battesimo nel Giordano inizia a camminare per tutte le strade della Giudea, della Galilea e della Samaria, dobbiamo recuperare la consapevolezza che da battezzati siamo chiamati a camminare sulle strade della città, del mondo. Il Vangelo raggiunge tutti attraverso tutti noi, tenendo sempre uniti pensiero e azione, parole e gesti.
Cari fratelli e sorelle, cari confratelli, il cammino sinodale, unitamente al cammino verso le Unità pastorali, che ritengo essere la prima concreta esperienza di stile sinodale, ci vedano tutti per strada e non alla finestra, capaci di incontrarci, ascoltarci e consigliarci per una Chiesa bella, che sia una casa per tutti, anche se non tutti vi restano.
“Vieni, Spirito Santo, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore”.