Don Calogero Di Leo

16 Aprile 2025
La seconda Assemblea Nazionale del Cammino Sinodale si è aperta con una affermazione quanto mai profetica da parte di mons Erio Castellucci: “La Chiesa è viva”, affermazione non soltanto corrispondente alla realtà, ma che è stata il fil rouge di tutti i momenti dell’evento sinodale celebrato a Roma in questa settimana. Una Chiesa viva che è arrivata all’evento romano dopo quattro anni di intenso lavoro fatto di confronto, di dialogo serrato ma bellissimo, di notti insonni nello studiare i documenti quali: i Lineamenta e lo Strumentum Laboris (frutto di condivisione e di costruzione comune), di speranze, di lacrime e di gioia. Se la caratteristica della Chiesa è la vivacità, quello dello Spirito è stata la «sorpresa», infatti nessuno si aspettava il movimento sismico che lo Spirito avrebbe provocato. Mediante un confronto libero, franco e trasparente in plenaria, come nei gruppi di lavoro, ha consegnato possibilità di parola a ciascuno attorno ad un testo di «Proposizioni» che è stato considerato insufficiente, sia rispetto alla ricchezza di contenuti emersi nel percorso sinodale delle Diocesi, sia rispetto all’attesa di indicazioni che si vogliono meno esortative e maggiormente stringenti. Non sono mancati momenti di tensione, vissuti in modo costruttivo, per un’Assemblea definita “generativa e spirituale”, che ha saputo comporre nell’armonia le diversità. Lo Spirito ha parlato tramite il “santo Popolo di Dio in credendo”, ma anche tramite i pastori che hanno saputo leggere i “segni dei tempi” – edificando ciascuno dei presenti – con un sano realismo e umiltà, annunciando che il cammino di discernimento e di profezia continua per i mesi a venire. Si, siamo ancora in Cammino verso una meta non ancora raggiunta, ma questo rende la vita ecclesiale una fantastica avventura “perché la gioia sia piena”.