L’ascolto a scuola

L’ascolto a scuola

25 Ottobre 2022

Nei mesi di maggio e giugno 2022, la Diocesi di Grosseto si è messa in ascolto degli studenti. Attraverso gli insegnanti di religione, è stato proposto un sondaggio agli alunni delle terze classi della secondaria di primo grado, a tutte le classi delle secondarie di secondo grado e delle scuole serali.

Domande proposte

– Età
– Hai avuto esperienza di catechismo?
– Se sì, è stata positiva o negativa? Se positiva perché, se negativa perché
– Hai continuato un cammino dopo il catechismo? Se sì perché, se no perché

Ricevute 1080 risposte

Hai avuto esperienza di catechismo?  (1080 risposte)

84,4% Sì     13,3% No   2,3% Altro

Se sì, è stata positiva o negativa?  (973 risposte)

73,6% Positiva       13,1% Negativa      13,3% Indifferente e simili

 

 

Hai continuato un cammino dopo il catechismo?  (1009 risposte)

77,1% No      17,2% Sì     5,7% Altro

 

 

Dal sondaggio nelle classi ed è emerso che la catechesi è legata alla fase dell’infanzia che passa al pari della catechesi e dei sacramenti che caratterizzano proprio quegli anni. Che la catechesi possa accompagnarli in tutta la loro vita è un qualcosa a cui non pensano e di cui non sentono il bisogno. A qualche alunno/ a più riflessivo/a la catechesi lascia l’intuizione di Dio ma poi ciò non si traduce nella necessità di approfondire la fede, non li appaga, perché hanno bisogno di cose che aumentino la loro visibilità e un Dio invisibile li attira poco. Guardano ai miti moderni, ma i miti di cui parla Gesù nelle beatitudini sono sconosciuti alla maggior parte.  I ragazzi hanno partecipato con disponibilità ma non sono emerse osservazioni particolari. Da notare la disponibilità a partecipare da parte di tutti anche di coloro che pur facendo IRC non hanno un rapporto stretto con la comunità. È utile tenere presente che gli studenti delle superiori appartengono a territori e a Diocesi diverse

Parlando del catechismo la maggior parte degli studenti hanno raccontato che è stato un periodo bello della loro vita, anche se a volte spesso alcuni si annoiavano perché le attività non erano coinvolgenti. Hanno detto di avere imparato tanti valori importanti attraverso il catechismo. La maggior parte dicono di credere in Dio ma vedono la Chiesa “staccata” dalla fede dal “praticare”.. In pochi hanno riferito di non credere in Dio e che il catechismo è stata un’esperienza negativa. In generale l’idea di Dio, in chi c’è l’ha, è molto confusa. Si rifà all’inconsapevole ispirazione new age che sotto il nome divinità racchiude quelle tradizionali ed ogni singola attitudine spirituale. Sono diminuiti i nemici frontali che avversano Dio nelle sue varie declinazioni. Non è per niente chiara la distinzione tra spirituale e paranormale. C’è una strisciante convinzione, derivata dalla volgarizzazione di una certa psicologia, che Dio sia un bisogno psicologico, una camomilla mentale che appiana lo stress. Non si conosce la distinzione tra religione e fede.

Le parole chiave del cristianesimo sono per la maggior parte di difficile comprensione: Incarnazione, Risurrezione, Spirito Santo, Chiesa. Così il lessico ecclesiale: Vescovo, Presbitero, Diocesi, Diacono, figure e istituzioni che non identificano con chiarezza.

Sulla preghiera le idee sono vaghe, sui Sacramenti è ancora più arduo. La comunione è un incrocio tra il Natale e il compleanno, occasioni per “fare cash” Poi ci sono i credenti che conoscono l’essenziale e anche di più, ma che non si espongono quasi mai, essendo una vera minoranza e nel timore di sembrare “diversi”.

Dai ragazzi di terza è emerso il rapporto prevalentemente positivo con i catechisti e con i compagni, di negativo c’è che la maggior parte lo ha visto come un obbligo da assolvere. Pochissimi sono quelli che continuano il cammino e se accade è principalmente presso la gioventù francescana o altri gruppi ecclesiali, la maggior parte non va più in chiesa.